di Quotidiano Energia
L’apertura sul documento siglato da Fai, Legambiente e Wwf in cui si chiedono 12 azioni su rinnovabili e tutela del paesaggio. Il ministro: “Sviluppare senza mai perdere di vista le esigenze delle imprese”. Le critiche di Amici della Terra
Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha intenzione di avviare un tavolo di confronto con le associazioni che si occupano della tutela dell’ambiente e dei beni culturali. Lo ha annunciato il ministro, Gilberto Pichetto Fratin, commentando il documento “Paesaggi rinnovabili” messo a punto da Fai, Legambiente e Wwf in cui si chiede di “coniugare gli obiettivi della transizione energetica con la lungimiranza nella pianificazione paesaggistica e la qualità della progettazione”.
Il documento delle associazioni – anticipato da Repubblica – prevede i seguenti 12 obiettivi: tutelare l’identità dei luoghi e garantire la partecipazione dei cittadini, rilanciare la pianificazione paesaggistica regionale; promuovere un piano nazionale straordinario per le aree idonee; istituire una Cabina di regia interministeriale; varare un programma straordinario di formazione paesaggistica permanente; sostenere la nascita e la diffusione delle comunità energetiche; predisporre un piano per lo sviluppo dell’agrivoltaico nelle aree rurali; predisporre piani speciali per il fotovoltaico nelle aree industriali e commerciali, nelle aree dismesse e/o contaminate e – a certe condizioni – nei centri storici; favorire l’efficientamento degli impianti eolici esistenti; elevare la qualità progettuale promovendo formazione professionale specifica; incentivare forme di compartecipazione economica dei cittadini nei progetti; favorire pratiche agricole che aumentino la capacità di stoccaggio di CO2 dei suoli, dissuadendo con ogni mezzo inutile consumo di suolo fertile.
In una nota, Pichetto fa sapere di aver accolto “con favore la posizione espressa dalle associazioni ambientaliste” e afferma che la volontà del Governo Meloni “è fare ancora di più e meglio” rispetto agli “obiettivi di riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030 e il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050”.
L’intenzione dell’Esecutivo e del Mase – conclude il ministro – è tenere insieme lo “sviluppo delle energie rinnovabili nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio, senza mai perdere di vista le esigenze delle imprese italiane, che devono continuare a rappresentare un esempio di eccellenza nel mondo”.
Intanto, però, il documento delle tre associazioni divide il mondo degli ambientalisti. Amici della Terra parla di “un patto ammazzapaesaggio”, affermando che “in Italia15 anni di sussidi (oltre 200 miliardi) e di attenzione quasi esclusiva allo sviluppo di fonti rinnovabili intermittenti (eolico e fotovoltaico) ci hanno consentito, nel 2021, di coprire solo il 3,4% dei consumi finali di energia (1,79 Mtep di eolico e 2,14 Mtep di fotovoltaico), e che questo sforzo si è rivelato inadeguato di fronte all’emergenza”.
Per cui “sacrificare il paesaggio italiano e la biodiversità per un programma così inefficace non è davvero un affare per l’ambiente e per il futuro del paese e dell’umanità intera”.