di Antonio Ruggiero, Quotidiano Energia
Quale dovrebbe essere l’evoluzione normativa e regolatoria adatta a favorire lo sviluppo dell’agrivoltaico?
Come primo operatore fotovoltaico nazionale auspichiamo un rapido adeguamento e l’armonizzazione del quadro normativo attuale. Per raggiungere gli ambiziosi target al 2030 è indispensabile creare le condizioni per uno sviluppo della tecnologia solare superiore alla media degli ultimi anni, supportato da regole chiare e certe. In questo contesto l’agrivoltaico rappresenta la soluzione tecnologica chiave per assicurare uno sviluppo non divisivo del fotovoltaico, garantire una collaborazione virtuosa con il mondo agricolo e un’integrazione positiva con il territorio, tutelando la continuità dell’attività agricola.
Le Linee Guida Ministeriali di giugno 2022 hanno rappresentato l’inizio di un percorso, portato avanti dalle norme tecniche CEI e UNI, volte a definire una distintività tra fotovoltaico a terra e agrivoltaico. Tuttavia, molto lavoro resta ancora da fare per un progressivo completamento del quadro normativo.
Riteniamo opportuno differenziare le molteplici forme di agrivoltaico: ognuna con diversi vantaggi, livelli di esternalità positive, LCOE ed ambiti di applicazione. Nella nostra esperienza e ricerca, ad esempio, l’elevazione dei pannelli è una soluzione capace di garantire il pieno utilizzo del terreno e la totale integrazione tra le diverse attività e tipologie di colture, oltre che la continuità e la resa agricola nel tempo. Occorre premiare quei progetti capaci di garantire la più virtuosa integrazione con l’attività agricola, anche attraverso il monitoraggio dei parametri ambientali e di tutela del suolo. Confidiamo, pertanto, in strumenti e linee guida chiare che possano consentire uno sviluppo consapevole di progetti agrivoltaici che siano economicamente sostenibili e garantiscano ricadute positive sul territorio.
Quali sono i principali progetti portati avanti da EF in questo settore?
EF Solare ha una lunga esperienza in ambito agrivoltaico, maturata dal 2011, con la gestione di 32 MW di serre fotovoltaiche insieme allo storico partner agricolo Le Greenhouse. Le nostre serre rappresentano un primo esempio di integrazione virtuosa tra agricoltura ed energia rinnovabile: le strutture sopraelevate, oltre a ospitare i pannelli, proteggono gli agrumeti sottostanti, anche da eventi climatici estremi, e consentono l’installazione di sistemi di irrigazione e monitoraggio avanzati.
Questa esperienza ha posto le basi per l’evoluzione del nostro modello di agrivoltaico, consentendoci di approdare oggi a un sistema elevato in campo aperto in grado di massimizzare la performance elettrica e agricola. L’impianto, in linea con le Linee Guida Ministeriali di giugno 2022, è caratterizzato da strutture elevate, infisse a terra senza l’utilizzo di cemento, e con tecnologia a inseguimento solare, insieme a sistemi per l’irrigazione e il monitoraggio della produzione elettrica, del terreno e delle colture.
Guardando al presente, cominciamo a raccogliere i primi frutti dell’ambizioso piano di sviluppo che ci vede impegnati nella realizzazione di impianti agrivoltaici: proprio in questi giorni, infatti, abbiamo ottenuto l’autorizzazione per la realizzazione di un impianto agrivoltaico elevato da 6 MW in provincia di Oristano. Inoltre, continuiamo a investire in ricerca e innovazione per cogliere le opportunità offerte da questa tecnologia. EF Solare, infatti, prende parte insieme ad altre 17 realtà al progetto di ricerca europeo Symbiosyst, coordinando il gruppo di lavoro che si occuperà di testare e realizzare le soluzioni sviluppate nell’ambito del progetto per aumentare la competitività dell’agrivoltaico in Europa.
Parlando di fonti rinnovabili in generale, invece, quali sono i vostri obiettivi in Italia e quali sono i maggiori colli di bottiglia che trovate nel settore?
Da qui al 2025 puntiamo a incrementare notevolmente la potenza installata in Italia e in Europa, lavorando a una importante pipeline di nuovi progetti, in cui l’agrivoltaico costituisce un tassello fondamentale. Continueremo poi a impegnarci per l’aggiornamento tecnologico e il potenziamento degli impianti esistenti, con un consumo di suolo nullo. Parallelamente, lavoriamo per assicurare la piena integrazione del parco di generazione esistente nel sistema elettrico nazionale con sistemi di storage, SEU e comunità energetiche.
Per riuscire a centrare questi obiettivi è indispensabile continuare a lavorare con tutti i soggetti coinvolti per superare i colli di bottiglia che ancora caratterizzano il settore. Occorre potenziare la catena delle forniture, completare l’implementazione del quadro normativo con regole chiare, coerenti e coordinate tra loro, in grado di abilitare gli investimenti nel lungo termine e ridurre i rischi per gli operatori. In questo senso, confidiamo in un miglioramento del DM Aree Idonee, che possa davvero creare le condizioni per imprimere un’accelerazione decisiva allo sviluppo delle FER a livello nazionale e locale. Allo stato attuale, si rischia di introdurre una serie di misure che da un lato possono rendere più complesso il raggiungimento degli obiettivi, dall’altro più costoso il sistema per realizzarli.
Infine, crediamo che saranno necessari importanti investimenti per potenziare le infrastrutture e adeguare la rete elettrica al nuovo modello di generazione distribuita che si sta affermando, in modo da garantire maggiore efficienza e disponibilità di connessione per un effettivo sviluppo e integrazione delle rinnovabili e dei sistemi di storage nel sistema elettrico.