Di Andrea Bondi, Chief Technical Officer Decal Renewables
Più di 10.000 anni di progresso continuo e accelerato hanno portato la civiltà umana al punto da minacciare proprio la condizione che ha reso possibile quel progresso: la stabilità del clima terrestre. Le manifestazioni fisiche di un clima che cambia ed i relativi impatti socioeconomici sono sempre più visibili in tutto il mondo: entrambi continueranno a crescere, molto probabilmente in modo non lineare, fino a quando il mondo non passerà a un’economia a “impatto zero netto” e nel frattempo non si adatterà a un clima che cambia.
Una sfida enorme nella quale è vietato improvvisare
Al momento, l’equazione dell’impatto zero netto rimane irrisolta: le emissioni di gas serra continuano senza sosta e non sono controbilanciate da assorbimenti, né il mondo è pronto a completare la transizione verso l’impatto zero netto. È infatti necessario un attento bilanciamento tra i rischi a breve termine di un’azione poco preparata o non coordinata, con i rischi a lungo termine di un’azione insufficiente o ritardata.
La sfida è gigantesca: raggiungere l’impatto zero netto implica una trasformazione fondamentale dell’economia mondiale, poiché richiede cambiamenti significativi a tutti e sette i sistemi energetici e di uso del suolo che producono le emissioni mondiali di gas serra: energia, industria, mobilità, edilizia, agricoltura, silvicoltura (e altri usi del suolo) e rifiuti. Occorre affrontare dozzine di domande complesse, tra cui: qual è il mix appropriato di tecnologie che deve essere implementato per ottenere riduzioni delle emissioni, rimanendo all’interno di un budget; dove è più probabile che si verifichino colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento e nelle infrastrutture; in che modo la transizione influenzerebbe i mercati e le operazioni delle aziende; cosa significherebbe per lavoratori e consumatori; quali opportunità e rischi creerebbe per aziende e paesi; come incoraggiare i consumatori ad apportare modifiche alle abitudini di consumo e di spesa che saranno necessarie per garantire la transizione…
I valori in gioco
Anche i valori economici in gioco sono giganteschi: uno studio effettuato da McKinsey e pubblicato a gennaio ha valutato gli effetti economici della transizione su domanda, allocazione del capitale, costi e posti di lavoro fino al 2050 a livello globale in circa 275.000 miliardi di dollari, ovvero 9.200 miliardi in media all’anno, circa il triplo di adesso. Sebbene questi requisiti di spesa siano elevati e il finanziamento debba ancora essere stabilito, molti investimenti hanno profili di rendimento positivi e non dovrebbero essere visti come semplici costi. La spesa in conto capitale incrementale per gli asset fisici creerà infatti diverse opportunità di crescita, in connessione con i nuovi prodotti a basse emissioni, i servizi di supporto e le relative catene di approvvigionamento.
Il ruolo delle rinnovabili
È indubbio che le energie rinnovabili giocheranno un ruolo molto importante nella transizione verso l’impatto zero netto: oltre alle opportunità economiche immediate, c’è la concreta possibilità di risolvere altre sfide globali in termini sia fisici che di governance. Per esempio, il calo nel lungo termine dei costi energetici derivante dall’uso massiccio delle rinnovabili dovrebbe aiutare a risolvere molti altri problemi relativi alle risorse naturali e potrebbe portare a un’economia globale palpabilmente più prospera. È per questo, quindi, che devono essere supportate e stimolate e non osteggiate.
Decal Renewables
In Decal Renewables (“DRen”), società del Gruppo Decal attiva nel settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili tramite lo sviluppo, la costruzione e la gestione di impianti per la produzione di energia elettrica quali centrali fotovoltaiche ed eoliche, siamo convinti di tutto ciò, ed è per questo che operiamo con entusiasmo per lo sviluppo delle fonti rinnovabili.
Negli ultimi tre anni DRen, forte dell’esperienza più che decennale del proprio personale, ha portato avanti lo sviluppo di diversi progetti in tre mercati: Brasile, Spagna e Italia. In Brasile, tramite una joint venture con un partner locale, è stato completato il processo di autorizzazione di uno dei parchi fotovoltaici più grandi del sud America e del mondo, da quasi 1,1 GW, che potrà essere eventualmente raddoppiato in una seconda fase. La pipeline di progetti fotovoltaici annovera altri 52 MW nel sud della Spagna (Andalusia) e diversi altri progetti in differenti stadi di autorizzazione in Italia per ulteriori circa 600 MW.