di Marco Mazzi, Policy & Regulatory Officer RWE Renewables Italia
Poco più di un anno fa, anche attraverso R.E.gions2030, RWE esprimeva fiducia sulle dichiarazioni di intenti del nuovo Governo circa le politiche necessarie per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione stabiliti dall’Unione Europea. Si poteva scorgere l’ultimo miglio prima del traguardo verso riforme che avrebbero rilanciato decisamente le fonti rinnovabili. Non ignoravamo, infatti, il fermento derivante dalla nascita del Ministero per la Transizione Ecologica e dal susseguirsi di norme volte alla semplificazione dei procedimenti autorizzativi che, in maniera non sempre ordinata, hanno poi riorganizzato le competenze tra le diverse autorità interessate.
Dopo un anno è stata percorsa molta strada, ma l’ultimo miglio che ci separa dal traguardo sembra essere disseminato di cantieri che lo rendono sempre più lungo da percorrere.
Di fatto ci vorrà del tempo affinché la nuova ondata di norme possa essere trasferita e dunque digerita dagli uffici competenti della P.A, senza contare il tempo necessario a dissipare dubbi interpretativi che accompagnano sempre nuove e complesse disposizioni. Tutte le norme introdotte potranno raggiungere un’elevata efficacia solo se la P.A. sarà dotata dei necessari strumenti per la digitalizzazione, la formazione delle competenze dei funzionari in materia energetica e ambientale nell’ottica della decarbonizzazione e la riduzione delle emissioni. Occorre quindi che il “cantiere” sulla P.A. venga ultimato in fretta, e sia avviato il prima possibile il cantiere per la realizzazione di un testo unico per l’autorizzazione delle fonti rinnovabili, iniziativa parlamentare sostenuta da RWE, capace di riordinare la stratificazione delle molte norme per renderle facilmente leggibili agli investitori a applicabili dalle istituzioni centrali e locali.
Al contempo, RWE osserva che all’iniziativa non trascurabile del Parlamento e del Governo degli ultimi due anni non sia corrisposto un mutamento culturale capace di vincere pregiudizi e timori delle comunità locali e dei territori nei confronti delle fonti rinnovabili. Una tale consapevolezza servirebbe a riconoscere che lo sviluppo di impianti rinnovabili non danneggia il territorio che pro tempore le ospita, ma che concorre, invece, alla sua salvaguardia grazie al contributo insostituibile che essi danno all’inevitabile e non più procrastinabile processo di transizione ecologica.
Il “cantiere” per la diffusione della consapevolezza circa i cambiamenti climatici e le soluzioni a disposizione sarà il più importante e il più rapido da terminare. Se mai ce ne fosse stato bisogno, infatti, l’estate 2022 passata ha dato ulteriore dimostrazione dei cambiamenti che il nostro clima sta subendo e delle conseguenze sui territori: non solo sul paesaggio ma anche sulle attività umane come l’agricoltura, dove ad esempio l’agrivoltaico potrà rappresentare mai il problema quanto la soluzione all’enigma della sostenibilità.
Possiamo però dire che altri “cantieri” hanno migliorato il percorso. Siamo infatti fiduciosi che la strada italiana verso la decarbonizzazione possa essere percorsa con maggiore slancio ora che le commissioni a cui è attribuito il compito di valutare l’impatto ambientale anche dei progetti FER (VIA_VAS e PNRR-PNIEC) lavoreranno a pieno regime e con le dotazioni adeguate. A questo si aggiungono le norme volte superare l’ormai storico conflitto con le soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, tra le quali citiamo l’intervento del Consiglio dei Ministri inserito nel Decreto-Legge 50/2022 “Aiuti” le cui deliberazioni saranno fondamentali per dirimere i dissidi che bloccano i procedimenti autorizzativi, ma dovranno essere recepite opportunamente dalle autorità competenti al rilascio delle autorizzazioni per evitare ulteriori ritardi.
L’invito di RWE alla politica, in occasione del battesimo delle nuove Camere, è quello di lavorare insieme a questi “cantieri” facendo leva sull’esperienza degli operatori delle rinnovabili in modo che le esigenze del territorio di cui i parlamentari neo eletti sono i rappresentanti procedano in armonia con quelle dell’industria, insieme per una vita sostenibile.
Riguardo RWE Renewables
RWE Renewables è presente in Italia con 16 parchi eolici onshore in esercizio ed uno in costruzione, con un totale di 500 MW di capacità installata. L’obiettivo per il 2030 è quello di raggiungere una capacità installata di circa 1 GW di impianti eolici onshore, fotovoltaici e storage. Con più di 120 dipendenti, RWE è impegnata nella ricognizione di potenziali siti per lo sviluppo, nella costruzione, manutenzione nonché nella dismissione e repowering di impianti su tutto il territorio nazionale, dando sempre priorità alla massima qualità dei progetti. Le iniziative RWE si fondano su partnership solide, sul dialogo con le comunità locali, garantendo misure di compensazione e mitigazione in campo ambientale.
RWE si propone quale forza propulsiva della transizione energetica, e grazie ad un’ambiziosa strategia di sviluppo e investimento, mira ad espandere la propria capacità installata di energia verde a 50 GW a livello globale, entro il 2030. A tal proposito, RWE ha previsto un investimento di 50 miliardi di € per il decennio in corso. Eolico onshore e offshore, fotovoltaico, energia idroelettrica, idrogeno, sistemi di accumulo, biomassa e gas rappresentano i settori strategici di investimento