Previsti anche orientamenti sulla designazione delle “aree di accelerazione”, indicazioni per superare le barriere ai vari livelli amministrativi e sostegno all’attuazione della Red III. QE a colloquio con la Commissione Ue
di Luca Tabasso, Quotidiano Energia
“Non è possibile accelerare la diffusione delle fonti rinnovabili senza affrontare la questione del permitting”. È la considerazione che ha spinto la Commissione europea ad avviare da tempo una serie di iniziative per risolvere il nodo delle procedure autorizzative, “tipicamente un collo di bottiglia nell’implementazione dei progetti Fer”.
Lo spiega a Quotidiano Energia un funzionario Ue, in un colloquio incentrato sulle tematiche affrontate da “R.E.gions 2030”, l’iniziativa di Elemens e Public Affairs Advisors con QE media partner.
Secondo Bruxelles, accelerare il permitting “è ancora più rilevante nel contesto della revisione della direttiva sulle energie rinnovabili”, che fissa un obiettivo Ue al 2030 del 42,5% (ma con l’ambizione di raggiungere il 45%) sulla traiettoria del Green deal che prevede la neutralità climatica entro il 2050.
Inoltre, fa notare la Commissione, “assieme alla diversificazione delle forniture e al risparmio energetico, lo sfruttamento di una maggior volume di energia rinnovabile rientra nel piano Ue per porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili russi” (REPowerEU). Le Fer, infatti, “riducono la domanda di combustibili fossili e, grazie ai bassi costi operativi, una quota maggiore di Fer nel sistema energetico Ue può contribuire a ridurre le bollette energetiche”.
La Commissione ha perciò intrapreso negli ultimi anni svariate azioni per affrontare le sfide legate alle autorizzazioni per gli impianti Fer, prima tra tutte la nuova direttiva 2023/2413 (Red III) che contiene precise norme in questo senso. Ma allo stesso tempo ha chiesto e ottenuto dal Consiglio il rinnovo per un altro anno del quadro temporaneo istituito con il regolamento 2022/2577. Per quale motivo?
“Sebbene la situazione sul mercato energetico Ue sia più sicura rispetto al 2022, la Commissione ha proposto di estendere diverse misure di emergenza, comprese le procedure di concessione delle autorizzazioni per le energie rinnovabili, rafforzando così ulteriormente la sicurezza dell’approvvigionamento di gas e la resilienza del mercato”, rileva il funzionario, sottolineando che “le misure prorogate sono quelle che hanno mostrato il maggior potenziale per l’accelerazione immediata delle Fer e che sono diverse dalle misure incluse nella Red III”.
La direttiva 2023/2413 deve essere ancora recepita nelle legislazioni nazionali degli Stati membri, poiché è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale Ue solo alla fine di ottobre 2023. L’estensione del regolamento di emergenza consente quindi di “mantenere in vigore, per un periodo di tempo più lungo, norme temporanee essenziali per accelerare la diffusione delle rinnovabili in tutta la Ue, che possono coesistere e integrare il recepimento della direttiva”.
Oltre ai provvedimenti legislativi, la Commissione ha fornito già nel maggio 2022, a meno di tre mesi dall’invasione dell’Ucraina, “Orientamenti a uso degli Stati membri sulle buone pratiche per accelerare le procedure autorizzative per i progetti di energia rinnovabile”, nonché la raccomandazione 2022/822 “sull’accelerazione delle procedure autorizzative per i progetti di energia rinnovabile e sull’agevolazione degli accordi di compravendita di energia” (Ppa).
La raccomandazione, tiene a precisare il funzionario, “si concentra su molti aspetti del permitting Fer, andando anche oltre le aree coperte dalla legislazione Ue come ad esempio procedure più rapide e semplici, migliore coordinamento amministrativo, maggiore partecipazione dei cittadini e delle comunità ai progetti, procedure chiare e digitalizzate, personale amministrativo sufficiente e qualificato, migliore pianificazione e selezione dei siti per i progetti Fer”. Per ciascuno di questi ambiti, “la raccomandazione fornisce indicazioni sulle possibili soluzioni per superare le barriere individuate negli Stati membri, al relativo livello amministrativo”.
La raccomandazione è accompagnata da una guida che indica “gli ostacoli, le possibili soluzioni e buone pratiche che possono essere adottate dagli Stati membri nel recepimento della Red II, ma anche per misure che vanno oltre l’ambito della direttiva”. Il funzionario è convinto che “la piena e rapida attuazione della raccomandazione contribuirà a ridurre i tempi di realizzazione dei progetti Fer e ne consentirà una diffusione più rapida e massiccia”.
La Commissione collabora poi dal marzo 2022 con le autorità degli Stati membri per rimuovere gli ostacoli amministrativi, nell’ambito della task-force per l’applicazione delle norme sul mercato unico. In questo contesto, rivela il funzionario, “abbiamo esaminato quasi 200 ostacoli legati alle procedure per progetti di energia eolica e solare e tra questi gli Stati membri Ue si sono impegnati ad affrontarne urgentemente 83”.
Ma quali saranno i prossimi passi della Commissione per favorire un’ulteriore semplificazione e abbreviazione del permitting Fer?
Innanzitutto, nell’ambito dell’iniziativa Accele-Res delineata nel piano d’azione per l’energia eolica presentato lo scorso autunno, l’esecutivo Ue “sta lavorando a stretto contatto con gli Stati membri per garantire una rapida attuazione della Red III e in tale contesto si appresta a lanciare uno strumento online per fornire risposte alle domande pratiche più frequenti poste dai 27 in merito all’attuazione delle disposizioni autorizzative”.
Sono però previste anche novità importanti, annuncia il funzionario: “La Commissione aggiornerà la raccomandazione e gli orientamenti sull’accelerazione delle procedure di permitting del 2022 e pubblicherà orientamenti sulla designazione delle aree di accelerazione delle energie rinnovabili, in cui i progetti possono beneficiare di un processo autorizzativo particolarmente rapido e snello” (una consultazione in materia è stata lanciata il 26 gennaio).
Accanto a questo, la Commissione ha messo a disposizione dei 27 uno strumento di sostegno (Tsi) che fornisce competenze tecniche su misura per progettare e attuare riforme, comprese quelle che razionalizzano il quadro dei processi autorizzativi per i progetti Fer e promuovono l’uso di Ppa da parte delle aziende. Il sostegno tecnico può anche concentrarsi sulle riforme mirate alla digitalizzazione del processo di concessione delle autorizzazioni, ad esempio attraverso la creazione di sportelli unici digitali.
Infine, conclude il funzionario, non va dimenticato che il Recovery and Resilience Facility fornisce sostegno finanziario alle riforme e agli investimenti relativi alle autorizzazioni con i capitoli REPowerEU dei Piani nazionali di ripresa e resilienza.