di Cristiano Spillati, Amministratore delegato di Limes Renewable Energy
Esistono molte definizioni diverse di agrivoltaico come tanti sono anche i modi di sviluppare progetti di energie rinnovabili.
Quello che contraddistingue Limes Renewable Energy è il modo di accostarsi alle problematiche e ai parametri che definiscono un progetto energetico ben ideato ed affidabile lungo tutto il suo periodo di vita. In Limes, dai nostri diversi uffici nel mondo, ogni giorno, attingiamo a un know-how che si moltiplica e va ben oltre i pochi anni di vita di una start up che è già una realtà affidabile nel settore.
Il primo parametro chiave a cui leghiamo l’agrivoltaico è la “prossimità” di enti e attori coinvolti in un progetto di energia rinnovabile. E questo, a maggior ragione, vale in un progetto che per essere coerente deve rappresentare la compenetrazione e la convivenza di due mondi, quello dell’energia rinnovabile e quello della produzione agricola, per definizione ancorato alla terra. Dunque dall’unione di questi due mondi deve esprimersi un valore superiore alla semplice somma delle parti.
È utile ricordare i benefici di questa tipologia di progetti: per il mondo agricolo significa maggiori risorse, disponibilità di una fonte di energia pulita ed entrate monetarie da destinare anche al “core business”. Ma se il punto di partenza è un grado superiore di accettabilità sociale e territoriale per chi sviluppa e investe in impianti fotovoltaici, la naturale conseguenza è l’integrazione fra cicli produttivi e lo sviluppo di nuovi modelli produttivi.
Tanti sono gli argomenti a favore di questa soluzione. Secondo alcune analisi con meno del 1% delle terre classificate in Italia come agricole convertite ad agrivoltaico, raggiungeremmo rapidamente i traguardi 2030, senza pregiudicare in alcun modo la produzione agricola.
Agrivoltaico non è e non deve essere solo installare pannelli un po’ più alti, bensì un approccio legato a sviluppo e innovazione tramite buone pratiche. Per esempio, la capacità di selezionare le colture compatibili, creare con una buona progettazione dei rapporti tra luce e ombra e ottimizzare le condizioni per una migliore gestione delle risorse come l’acqua. O, ancora, utilizzando strutture con trackers monoassiali, adattare la tecnologia allo specifico sito e adottare accorgimenti progettuali specifici al tipo di coltura.
In Limes amiamo parlare di “ecosistema progettuale” per intendere soluzioni che moltiplicano il valore coniugando molti aspetti come autorizzazione, progettazione, manutenzione e sostenibilità ambientale. Facciamo tutto ciò lavorando in cooperazione sinergica con i proprietari dei terreni, imprenditori agricoli, agronomi e società di consulenza specializzate come SEA, spin-off dell’Università della Tuscia che è stato anche coinvolta nella preparazione delle linee guida a livello nazionale e che segue la progettualità agronomica di tutti i nostri impianti.
Infine, riteniamo che sia necessario essere ambiziosi e saper “andare oltre” soluzioni facili e scontate, ad esempio considerando il rispetto delle tradizioni o saperne agevolare la riscoperta: l’agrivoltaico può rappresentare anche una leva di sviluppo e un incentivo a rendere più competitive le attuali colture o rendere nuovamente profittevoli produzioni abbandonate.
In conclusione, quando Limes opera su progetti agrivoltaici è ispirata dalle parole di un agricoltore inglese incontrato sul campo. Ci disse: “non si tratta di produrre 10 unità di energia o 10 unità di cibo. Potrebbero persino essere sei unità di entrambi. Ma potremmo poi improvvisamente scoprire che le due metà sono più grandi del totale”.