a cura di elemens
Analizzare la performance del permitting dell’eolico presenta non poche differenze, anche di metodo, rispetto a quando si guarda il fotovoltaico.
Se l’analisi effettuata per il fotovoltaico aveva come unico interlocutore l’autorità regionale, nell’affrontare il tema del permitting wind è stato necessario considerare un ulteriore stakeholder, il Comitato Tecnico VIA nazionale: a partire dal 2017 gli impianti eolici superiori ai 30 MW sono, infatti, sottoposti a procedura VIA di competenza statale.
A partire da questo momento la gran parte dei progetti di impianti eolici esce dallo spazio di esclusiva regionale: l’obiettivo iniziale di questa manovra era quello di centralizzare e velocizzare il percorso autorizzativo di questa tipologia di impianti, ma a 4 anni dall’introduzione si può affermare che gli effetti desiderati non sono stati neanche lontanamente raggiunti.
Nella parte introduttiva del report ci siamo focalizzati sul cercare di inquadrare la situazione attuale, per definire quello che è il campo d’azione delle regioni e in che ambiti è opportuno valutarle. Se da un lato è vero che una parte della responsabilità sul permitting wind è stata trasferita a livello ministeriale, d’altra parte quando le regioni sono intervenute nel processo decisorio lo hanno fatto esprimendosi negativamente verso i progetti eolici nella quasi totalità dei casi (41 pareri negativi su 42 pareri espressi – con l’unico parere positivo che si riferisce ad un progetto di repowering). In ogni caso, valutare le regioni sul loro operato all’interno del procedimento di VIA nazionale ci è parso un esercizio dal limitato valore analitico.
Come per il fotovoltaico abbiamo quindi elaborato un set di metriche che ci permettesse di raggiungere una valutazione quanto più oggettiva possibile. In primis abbiamo valutato l’operato regionale al 2020, confrontando l’installato wind a fine 2020 con il target, appunto, al 2020 (se ragionevole) e con il potenziale eolico della regione. Ci siamo poi concentrati sulla programmazione energetica regionale al 2030 (purtroppo quasi mai presente) e sull’attrattività della regione verso lo sviluppo wind (valutata con l’evoluzione delle istanze wind regionali dal 2017 ad oggi). L’ultima valutazione riguarda direttamente le perfomance autorizzative regionali, valutate secondo tre metriche: autorizzazioni rilasciate dal 2017, tempistiche medie di autorizzazione, e progetti autorizzati che sono attualmente “bloccati” (in attesa dell’approvazione di una variante o di una proroga). In conclusione, abbiamo aggiunto una valutazione sul business environment regionale che è composta da un’analisi Elemens sulla legislazione regionale e da un’analisi – effettuata tramite una survey in corso con i partner R.E.gions – sulla collaborazione e la tempestività delle risposte degli uffici regionali.
L’obiettivo del progetto è quello di eliminare qualsiasi forma di soggettività dall’analisi – spesso presente quando si affronta la tematica – e rendere il permitting rinnovabili una tematica “misurabile”: il set di valutazioni è, infatti, il diretto frutto di un processo di elaborazione dati (ad eccetto della valutazione sul business environment, ancora in definizione e che tratteremo prossimamente). Le valutazioni non vogliono rappresentare dei voti, ma sono uno strumento fondamentale per “misurare” l’argomento, comparare le prestazioni dei diversi stakeholder, e fornire una rappresentazione del contesto attuale. Considerando che la narrazione di una tematica attraverso delle valutazioni numeriche è un aspetto complesso, non ci aspettiamo che le nostre metriche siano perfette o univoche, ma che siano utili alla comprensione e alla raffigurazione del fenomeno.