Contenzioso, competenze, novità normative: al seminario R.E.gions2030 confronto con la Commissione Pnrr-Pniec
di Romina Maurizi, Quotidiano Energia
Le incertezze sul futuro delle aree idonee rinnovabili all’indomani della sentenza del Tar, ma soprattutto l’impatto sui percorsi autorizzativi del contenzioso e delle novità normative. Con un focus su criticità e possibili evoluzioni guardando anche al correttivo del Testo unico Fer atteso entro l’anno. Sono stati questi i temi al centro del seminario a porte chiuse organizzato il 14 maggio a Milano da R.E.gions2030, l’iniziativa di Public Affairs Advisors ed Elemens con Quotidiano Energia media partner.
Protagonisti dell’appuntamento i vertici della Commissione Pnrr-Pniec del Mase: il presidente Massimiliano Atelli (che a fine mese lascerà la guida dell’organismo), la coordinatrice della sottocommissione Pniec Elisa Scotti e la coordinatrice della sottocommissione Vas Daniela Siano.
Dopo l’introduzione di Giovanni Galgano, ad di Public Affairs Advisors, l’evento è iniziato con l’intervento di Tommaso Barbetti, partner Elemens, che ha inquadrato i numeri dello sviluppo e della Via degli impianti Fer.
Due i trend evidenziati da Barbetti per il fotovoltaico: a partire dal 2024 e in particolare dall’ultimo trimestre dell’anno è cresciuto moltissimo il ritmo di rilascio di pareri Via da parte della Commissione Pnrr-Pniec (circa 250 negli ultimi sei mesi – un ritmo triplo rispetto a un anno fa) ma allo stesso tempo è aumentato il numero di pareri ed esiti negativi. Sull’eolico, ha osservato ancora Barbetti, si è visto meno il cambio di ritmo e di riscontri, anche perché i progetti eolici tendenzialmente in 9 casi su 10 ottengono il parere negativo del Mic e quindi o vengono fermati o vengono sottoposti al vaglio del Consiglio dei ministri per sbloccare l’iter.
Dal punto di vista della metodologia del lavoro, con l’entrata in vigore a ottobre del DL Ambiente, per la Commissione Pnrr-Pniec sono stati introdotti nuovi criteri di priorità nella trattazione dei progetti che, in attesa del decreto attuativo Mase, sono stati nell’ordine così individuati: progetti per idrogeno verde (o impianti Fer co-located); modifiche sostanziali, revamping, repowering; FV e agrivoltaici superiori a 50 MW e eolico superiore a 70 MW.
Ma c’è un altro criterio che si sta imponendo sugli altri ed è quello giudiziario. “Sta infatti emergendo sempre più fortemente il trend dei ricorsi per termini di trattazione scaduti, con il risultato che i progetti oggetto di ricorso modificano l’ordine di trattazione”, ha affermato Barbetti. Uno stravolgimento rimarcato anche nel rapporto sul primo trimestre 2025 trasmesso dalla Commissione Pnrr-Pniec al ministro Gilberto Pichetto.
In attesa degli sviluppi della normativa sulle aree idonee Fer e del rinvio alla Consulta dello stop al FV in aree agricole disposto dal DL Agricoltura, ci sono poi altri aspetti del permitting che creano più di un’incertezza. E su questi c’è stato un confronto tra i rappresentanti della Commissione Pnrr-Pniec e le aziende presenti al seminario.
Uno dei punti aperti riguarda i progetti di impianti FV sopra i 12 MW che, in forza del TU Fer, dal 2025 vengono prima di tutto sottoposti a screening regionale. Non è tuttavia chiarissimo cosa succede dopo, nel caso in cui la verifica di assoggettabilità stabilisce che la Via va fatta. Potrebbe essere questo uno dei motivi che ha portato al crollo del 75% delle istanze depositate alla Commissione Pnrr-Pniec nel primo trimestre dell’anno. Nel dettaglio, nei primi tre mesi del 2024 erano stati presentati 187 progetti, 45 nel primo trimestre di quest’anno: quello che manca è il solare, perché forse nell’incertezza del quadro normativo il proponente attende di capire come muoversi.
In vista della prevista revisione del Testo unico Fer, questo potrebbe essere uno spunto su cui riflettere, è stato sottolineato nel corso del seminario.
Ci sono dubbi anche su come attuare la novità introdotta nella fase di conversione del DL Bollette per i progetti di repowering degli impianti eolici. Anche questo è un tema che potrebbe essere chiarito con il correttivo del Testo unico Fer. Così come per altre modifiche inserite nei vari provvedimenti in modo estemporaneo, sotto forma di emendamenti.
Non solo norme complesse da attuare e ripartizione Stato-Regioni da delineare meglio, ci sono infine anche questioni che attengono ai tempi dei ministeri coinvolti negli iter autorizzativi. Nel corso del seminario si è sollevato in particolare il caso dell’applicabilità o meno del silenzio-assenso orizzontale nel caso del mancato parere del Mic.
“La Commissione Pnrr-Pniec si è trovata a lavorare all’interno in una cornice normativa in costante evoluzione: un’evoluzione per il vero non sempre lineare, che ha reso difficile l’elaborazione di una vera e propria strategia di sviluppo per gli operatori di mercato”, ha concluso Barbetti.
“Seguiamo con grande interesse sia il futuro degli assetti della Commissione Pnrr-Pniec sia quello delle norme che impattano sul permitting, senza dimenticare le prossime aree di accelerazione con cui le Regioni dovranno cimentarsi a breve secondo il recentissimo decreto Infrastrutture. L’obiettivo è quello di supportare uno sviluppo sempre più ordinato e con regole chiare durature e possibilmente condivise dalle varie componenti del sistema”, ha commentato Giovanni Galgano, ad di Public Affairs Advisors.